Ictus e infarto: quanto rischio? con una app li previeni

Ictus e infarto: quanto rischio?  Una app lo calcola per aiutarci a prevenirli  

Utilizzabile su smartphone dai 20 ai 90 anni, la versione italiana è stata curata da ALT: obiettivo conoscere e correggere i fattori di rischio per ictus e infarto per ridurre la probabilità di incontrarli.   Calcolare e ridurre il rischio di ictus e infarto attraverso l’utilizzo di una semplice “app”. L’applicazione è stataideata dal Prof. Valery Feigin dell’Università di Auckland, Nuova Zelanda, patrocinata da World Stroke Organization (WSO), International Association of Neurology & Epidemiology (IANE) e European Stroke Organization (ESO), è stata tradotta nelle principali lingue in tutto il mondo. La versione italiana è stata curata e finanziata interamente da ALT- Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari- Onlus (www.trombosi.org). La app è un vero e proprio “riskometro”, cioè uno strumento che misura il rischio di andare incontro alle due malattie vascolari più probabili, più gravi ma anche più evitabili: infarto e ictus cerebrale. “Siamo orgogliosi di aver contribuito alla diffusione del Riskometer rendendolo accessibile anche nella versione in italiano – sottolinea il presidente di ALT- Lidia Rota Vender – perché anche gli studi più recenti confermano che in 80 persone su 100 l’ictus è non solo prevedibile ma soprattutto evitabile: la “app” è  scaricabile gratuitamente e aiuta a “mettere in fila” i fattori di rischio individuali, modificabili e non modificabili. Fornisce le informazioni e la motivazione necessarie per modificare quelli legati soprattutto allo stile di vita”. L’app, disponibile sia per Apple che per Android, funziona in modo semplice e intuitivo: registra le abitudini di coloro che la utilizzano e monitorizza eventuali cambiamenti nel corso dell’anno sia nello stile di vita che nello stato di salute. L’app insegna a riconoscere tempestivamente i sintomi dell’ictus che non devono essere sottovalutati nel momento in cui si presentano: riconoscere i sintomi dell’ictus e chiamare il 118 senza perdere tempo può salvare la vita di chiunque, delle persone care intorno a noi. Nella cura dell’ictus il tempo è cervello, agire rapidamente può fare la differenza fra l’invalidità o il recupero della salute. Come spiega la dottoressa Paola Santalucia, neurologa, cardiologa e vice-presidente ALT:  “I dati raccolti attraverso l’app permetteranno a chi la utilizzerà, previo consenso e in forma anonima, di partecipare a una ricerca mondiale che coinvolge 160 Paesi, finalizzata a comprendere sempre più a fondo i fattori di rischio che causano ictus e infarto. Il progetto aiuterà ricercatori e clinici a tracciare in modo molto accurato strategie di prevenzione e cura basandosi sull’esame di un grande numero di profili di rischio individuali, che, considerati nel loro insieme, avranno una ricaduta fondamentale sulla salute cardio e cerebrovascolare di tutti in Italia e nel mondo”. L’ictus è causato da una squadra di complici, che noi dobbiamo conoscere e neutralizzare uno per uno, perché si potenziano a vicenda per tendere la trappola di un evento cardio o cerebrovascolare. Fanno parte di questa squadra molti componenti in qualche modo eliminabili o neutralizzabili che si potenziano tra di loro e che ben conosciamo: fumo, alimentazione sbilanciata per quantità o qualità, pigrizia, stress, diabete, pressione alta, livelli di colesterolo elevati per lungo tempo nel sangue e abuso di droghe. L’app fornisce i consigli “salvavita”: è sufficiente cliccare sulle informazioni relative a ciascun fattore di rischio incluse nell’applicazione. La versione “Pro” dell’app contiene inoltre una serie di video nei quali esperti internazionali forniscono spiegazioni sui sintomi, sui fattori di rischio e sui provvedimenti necessari per evitare l’ictus cerebrale. Sono informazioni che ognuno di noi dovrebbe possedere e  usare, perché sapere “che fare in caso di..” può cambiare la nostra vita e di molte persone intorno a noi.

Stefania Bortolotti

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