La diffusione del Virus Zika

Commento della Prof.ssa Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico dell’Università degli Studi di Milano e presidente WAidid, Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici

Milano, 29 gennaio 2016 – Il virus Zika ha colpito già oltre 20 Paesi nel mondo, soprattutto in Centro e Sud America, e la sua diffusione è certamente un fatto di grande importanza, da non sottovalutare, sebbene al momento per il nostro Paese parlerei più di uno stato di allerta, non di allarme.

I sintomi del virus Zika spesso non sono gravi, sono per lo più quelli tipici di una sindrome influenzale, come spossatezza, febbre, dolori articolari, congiuntivite ed eruzioni cutanee. Quindi, è piuttosto facile che vengano confusi con altre patologie. Il vero rischio è per le donne gravide perché il virus Zika, che fa parte della famiglia di virus in cui sono compresi i virus della febbre gialla e del dengue, può causare gravi malformazioni nel feto come le microcefalie.

Anche in Italia ci sono stati in passato vari casi di patologie infettive provocate da punture di zanzara, come quelli causati dal virus di West Nile che, da paesi  lontani come l’Africa e l’Asia, è arrivato fin da noi colpendo alcune regioni in particolare, come l’Emilia Romagna. A fronte di soggetti infetti il vero rischio è che altre zanzare possano essere pericolose. La diffusione dei viaggi, poi, soprattutto verso mete di estremo grido anche in estate come i Caraibi, potrebbero far aumentare enormemente le situazioni a rischio.

Raccomandiamo quindi per chi viaggia in queste zone un’attenta prevenzione alle punture di zanzara usando repellenti e coprendo il più possibile le parti esposte.

In Centro e Sud America, inoltre, stanno monitorando i dati epidemiologici su alcune manifestazioni neurologiche come la sindrome di Guillain-Barrè, una malattia rara che colpisce i nervi e che causa la paralisi di gambe e braccia, per escludere che ci possa essere una correlazione con il virus Zika.

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