Giorgio Morandi e Tacita Dean. “Semplice come tutta la mia vita” – 12 marzo al 4 giugno A Palazzo Te a Mantova

informata da un gran desiderio di star solo e di non essere seccato da nessuno…
Giorgio Morandi
Il Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te a Mantova, dal 12 marzo al 4 giugno, presenta  la mostra Giorgio Morandi e Tacita Dean. “Semplice come tutta la mia vita”, in cui opere di Giorgio Morandi – uno dei maestri della pittura europea del Novecento – dialogano con opere di Tacita Dean – una delle più importanti e riconosciute artiste della scena mondiale contemporanea.

L’esposizione mette a confronto due film, Day for Night e Still life, che Tacita Dean ha realizzato nel 2009 nello studio bolognese del pittore – ricostruito a grandezza naturale in apertura del percorso espositivo a Palazzo Te – e una raccolta di cinquanta opere di Giorgio Morandi, dipinti, disegni, acquarelli e grafiche concessi da importanti musei e collezioni private, che illustrano la sua ricerca relativa alla natura morta nel periodo dal 1915 al 1963.
La mostra propone una riflessione sul legame profondo che si istituisce tra i due artisti, un legame che da un lato racconta la linfa che alimenta il lavoro di Tacita Dean e dall’altro fa splendere la contemporaneità del lavoro di ricerca sviluppato per tutta la vita – con pazienza, attenzione e sensibilità – da Giorgio Morandi.

Tacita Dean si sofferma sugli oggetti dell’universo poetico di Morandi e sulle tracce lasciate su un piano dalle basi degli oggetti stessi, tracce composte dalla matita del pittore che calcolava, centrava, affiancava, spostava, ricollocava, aggregava, insisteva, con una attenzione matematica, sperimentale, priva di casualità, plausibilmente in rapporto con le ore del giorno, le luci, i colori dell’aria.

“Nel fare questo – scrive Stefano Baia Curioni, presidente del Centro di Palazzo Te – Tacita Dean mette in opera una rapina gentile che, nell’appropriarsi delle condizioni del lavoro di un altro artista, apre lo spiraglio di una rivelazione: Morandi non è il passato, è vivo nel lavoro del presente. Un lavoro intimo che la mostra propone ad ogni spettatore”.

Partendo dagli oggetti cari a Morandi – bottiglie, lumi, caffettiere, tazze, porcellane e vetri – il processo di creazione artistica attivato dall’osservazione e dalla meditazione sulle cose è il punto di incontro dei lavori dei due artisti. I film di Tacita Dean esprimono l’intuizione della necessità di guardare alle cose e alle tracce involontarie del processo della pittura. La sua opera non è un documentario: non antologizza Morandi, non analizza il suo contesto e il suo tempo, ma lo guarda con semplicità e permette allo spettatore di sperimentare come il suo lavoro sia ben vivo nel presente.

Le nature morte di Giorgio Morandi esposte nello spazio delle Fruttiere mostrano come l’elaborazione del colore nelle sue composizioni si sia arricchita sino a raggiungere gli ultimi raffinatissimi accordi dei toni più alti. Forme, colori, valori spaziali sono associate a una musica di luce: la luce e l’ombra, presenti nelle stanze abitate dal pittore, sono appunto alla base della sua espressione grafica e coloristica.

Lo studio dell’artista in via Fondazza e la sua vita “piana e tranquilla” sono elementi imprescindibili per capire l’arte di Morandi. Tacita Dean ci restituisce con chiarezza nei suoi lavori le atmosfere e gli ambienti morandiani: la luce investe lo spettatore con calma e le ombre delle bottiglie, dei vasi appaiono in una pallida penombra. I film raccontano un mondo limitato, polveroso, dimesso e domestico, dove cose umili affiorano in una luce fioca e rendono magiche le stanze, il carattere del luogo e l’arte di Morandi. Si avverte che l’artista si è soffermata a indagarle, cercando di scoprire la rigorosa ricerca di quel mondo plastico, di quel vedere e sentire per volumi e parallele, di quel comporre con chiarezza l’ordine con il quale Morandi procedeva nel misurare e disporre gli oggetti, qualità sostanziali nelle nature morte che metteva in scena.

Nel proporre insieme le opere di Giorgio Morandi e Tacita Dean, la mostra apre alcune domande: cosa accade quando un’artista guarda e incorpora nel proprio il lavoro di un altro artista, magari distante da sé nello spazio e nel tempo? Che opportunità viene offerta a noi, al pubblico, ai cosiddetti “astanti” dell’arte, quando questa inclusione si fa a sua volta opera d’arte?

L’esposizione, curata da Massimo Mininni e Augusto Morari con il supporto di Cristiana Collu, in collaborazione con Massimo Maiorino e Daniela Sogliani, è arricchita da una sezione sulla fortuna critica di Morandi e sulle passioni letterarie che hanno ispirato il suo lavoro; i libri e cataloghi esposti documentano anche le collaborazioni e il sodalizio di Giorgio Morandi con le voci più alte di artisti ed intellettuali del suo tempo.

Promossa dal Comune di Mantova, dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te e dal Museo Civico di Palazzo Te, la mostra è realizzata in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, l’Istituzione Bologna Musei | Museo Morandi e gli Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, e con il sostegno di Fondazione Banca Agricola Mantovana.

IL  CATALOGO  SKIRA

Giorgio Morandi Tacita Dean  “Semplice come tutta la mia vita”
a cura di Massimo Mininni e Augusto Morari
con la collaborazione di Massimo Maiorino e Daniela Sogliani
Il volume propone una riflessione sul profondo legame tra Giorgio Morandi, maestro
indiscusso della pittura italiana del Novecento, e l’artista inglese Tacita Dean che ha girato due film (Still Life e Day for Night, 2009) nello studio bolognese del pittore in via Fondazza. Questi lavori filmici si soffermano sugli oggetti dell’universo poetico di Morandi e sui segni tracciati con la matita su un foglio di carta dal maestro che, con un’attenzione matematica, calcolava,centrava, affiancava, spostava, ricollocava le sue bottiglie, i lumi, le caffettiere, le porcellane e i vetri. Il punto d’incontro tra i due è il processo di creazione artistica attivato dall’osservazione e dalla meditazione sulle cose: i film di Tacita Dean rivelano che Morandi non rappresenta il passato ma è ancora vivo nel lavoro del presente.
Pubblicato in occasione della mostra mantovana, il volume propone un originale e inedito
confronto tra l’essenzialità dell’opera di Morandi e le atmosfere solitarie e malinconiche dei film
della Dean.
Cinquanta opere di Giorgio Morandi offrono il panorama dei suoi lavori più significativi
realizzati tra il 1915 e il 1952. Bottiglie, lumi, caffettiere, tazze, porcellane e vetri,
apparentemente avvolti da una severa serialità, entrano a far parte di un orizzonte più vasto e
misterioso di quello domestico: è la metamorfosi di questi oggetti, forme e cose che attraverso
l’espressione artistica raggiungono uno stile che, nel corso degli anni, ha raggiunto l’universalità di un linguaggio unico.
Tacita Dean ci restituisce con chiarezza nei suoi film queste atmosfere morandiane.
Con serena malinconia la Dean afferra il senso melodioso di quegli ambienti, la loro dolcezza
melodrammatica: la luce investe lo spettatore con calma e le ombre delle bottiglie dei vasi
appaiono in una pallida penombra. I suoi film ci mostrano una sorta di solitudine, lo stato
necessario per quei lunghi colloqui che si possono immaginare tra Morandi e le cose, forse
inquieti e ansiosi, ma sempre taciuti e risolti nella liberata e concreta realtà dei suoi oggetti
d’affezione. I film della Dean ritraggono un mondo limitato, polveroso, dimesso e domestico
dove cose umili affiorano in penombre e rendono magiche le stanze, il carattere del luogo e
l’arte di Morandi.
SKIRA 2017, 24 x 28 cm, 120 pagine
83 colori e b/n, brossura
ISBN 978-88-572-3530-1,€ 29,00
Mantova, Palazzo Te
12 marzo – 4 giugno 2017

 

 

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