FOSSE ARDEATINE: 24 MARZO 1944 ECCIDIO DI 335 ITALIANI

FOSSE ARDEATINE: 24 MARZO 1944 ECCIDIO DI 335 ITALIANI

Le Fosse Ardeatine, antiche cave di pozzolana situate nei pressi della via Ardeatina, furono scelte quale luogo dell’esecuzione   e per occultare i cadaveri di 335  italiani  uccisi dai nazifascisti dopo l’attentato partigiano  di  via  Rasella  a  Roma: 10  italiani  contro  un  tedesco  ucciso

Commemorazione per il 70° delle Fosse Ardeatine. Iniziative alla Casa della  Memoria - Ostia TV


Le 335 vittime civili della strage delle Fosse Ardeatine sono morte per la rappresaglia nazista seguita all’attentato partigiano di via Rasella, dove persero la vita complessivamente 33 soldati tedeschi.

Roma  dall’8 settembre del 1943 giorno dell’armistizio di Cassibile  era  occupata dai tedeschi e  il giorno dell’attentato dodici partigiani membri dei GAP romani fecero esplodere una bomba in via Rasella, nascondendola  in un carretto per l’immondizia.

In seguito a  questo attentato, Hitler chiese  una  rappresaglia “in grado di far tremare il mondo”proponendo  di uccidere dai trenta ai cinquanta italiani per ogni tedesco ucciso.

il  Feldmaresciallo Albert Kesselring decise di far fucilare dieci italiani per ogni tedesco.

Iniziarono  i  rastrellamenti ovvero  la “RACCOLTA  DI  ITALIANI  PER  UCCIDERLI”  RASTRELLAMENTO  CHE  INIZIò già nel tardo pomeriggio e proseguì  nella nottata.

Durante  il  rastrellamento furono  presi ebrei e  civili aggiungendoli  a quelli  già  a Regina  Coeli sui  quali  pendeva già  una  sentenza di morte, collaborò  coi   nazisti la    polizia fascista. Ogni volta che  arrivava la notizia della morte di un soldato tedesco, alla lista dei condannati si aggiungevano dieci nomi in più.

Le vittime designate vennero portate in gran segreto alle antiche cave di Tufo sulla via Ardeatina.

Priebke e il capitano SS Karl Hass si accorsero di aver portato  via cinque prigionieri in più ma, stettero  zitti per  non  compromettere  la segretezza della strage. Ecco  perché  vennero fucilate  335 persone e  non  330, fucilate  in  in ginocchio a gruppi di cinque

Tra  i  fucilati  vi  fu  Don Pietro pappagallo, prete partigiano.

La  cosa  orrenda  nell’orrendo  fu  che   man mano l’eccidio procedeva uomini e donne furono costretti ad inginocchiarsi sui cadaveri di coloro che avevano già perso la vita.

Terminato  l’eccidio  l’ingresso della cava venne fatto saltare fu  così  che le fosse Ardeatine rimasero un segreto fino al mese di giugno del 1944-

Le famiglie delle vittime per  tanto  tempo  dovettero accontentarsi di un semplice certificato di morte che non  menzionava  il  perché della  morte dei loro familiari.

La  storia  continua,  si  ripete  un  novello  Hitler  è  risorto…………………..

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