8a edizione dei bandi Gilead: 66 premi a ricercatori e associazioni pazienti

Gli italiani sono ottimisti e nutrono grandi aspettative quando si tratta di innovazione digitale applicata alla salute: il 95% pensa che nei prossimi 10 anni le tecnologie digitali potranno migliorare la vita delle persone e circa il 30% che potranno essere utili per la prevenzione, la diagnosi e il monitoraggio delle malattie. Sono ugualmente ottimisti e fiduciosi quando si parla di IA (Intelligenza Artificiale), nuova frontiera della tecnologia digitale in grado di replicare se non addirittura migliorare prestazioni dell’intelligenza umana. Un dato su tutti: quasi 8 italiani su 10 auspica che l’IA possa trovare maggiore applicazione in ambito medico. E’ il quadro che emerge dall’indagine Eikon-Gilead “Italiani, salute digitale e Intelligenza Artificiale”, presentata oggi in occasione della premiazione dei vincitori della 8a Edizione dei tre bandi di concorso promossi da Gilead in Italia nell’ambito dell’infettivologia e dell’oncoematologia: Fellowship Program, Community Award e Digital Health Program.Dedicati a ricercatori e comunità di pazienti italiani, i tre bandi mirano a selezionare e premiare le progettualità più meritevoli e più innovative, che dimostrino di avere ricadute positive e a breve-medio termine su qualità di vita, assistenza terapeutica e outcome clinici dei pazienti colpiti da HIV, patologie del fegato e malattie oncoematologiche. Dal 2011, anno della prima edizione dei bandi, sono stati quasi 400 i progetti premiati, selezionati da commissioni giudicatrici indipendenti tra gli oltre 1.000 presentati. Oltre 9 milioni di euro sono le risorse complessivamente erogate per la loro realizzazione. Di questi, oltre un milione e settecentomila euro verrà messo a disposizione quest’anno per i 66 vincitori. Le tre iniziative forniscono un sostegno concreto alla ricerca e alle associazioni pazienti italiane che si devono spesso confrontare con la scarsità delle risorse disponibili, pubbliche e private. Rappresentano, inoltre, un importante incentivo per l’innovazione in campo scientifico, sociale e digitale. Se da un lato, infatti, il Fellowship Program sostiene progetti di ricerca che contribuiscono alla produzione di nuove conoscenze in campo medico, dall’altro, il Community Award dà alle associazioni pazienti la possibilità di realizzare progettualità originali e spesso innovative destinate al supporto e all’assistenza degli stessi pazienti. Il Digital Health Program, infine, offre risorse sia a ricercatori che alle associazioni per la realizzazione di strumenti e servizi digitali che facilitino il lavoro di ricerca, la pratica clinica e la gestione della malattia.I bandi prevedono anche un premio speciale all’etica dedicato alla memoria dell’infettivologo Mauro Moroni. Il premio è assegnato ai progetti più validi dal punto di vista della gestione di quelle criticità di natura etica che si possono presentare nella realizzazione del progetto. Tra queste il coinvolgimento di pazienti minorenni, l’equa rappresentanza di genere tra il personale di ricerca e il rispetto della normativa sulla privacy. Il riconoscimento è stato dato a 5 dei 66 vincitori di quest’anno per un totale di 20.000 euro. “Siamo orgogliosi di confermare per l’ottavo anno consecutivo il nostro sostegno alla ricerca e all’associazionismo italiano, promuovendo la realizzazione di progetti a forte contenuto di innovatività” – dichiara Valentino Confalone General Manager di Gilead Italia – “Gilead ha una profonda vocazione all’innovazione: la nostra ricerca ha reso disponibili terapie all’avanguardia che hanno cambiato il corso di patologie come l’HIV e l’HCV. Con i bandi vogliamo portare l’innovazione “oltre il farmaco”, in ambito medico-scientifico, sociale-assistenziale e tecnologico”. L’innovazione “non terapeutica” promossa attraverso i bandi rientra peraltro tra le aspettative degli italiani, come rivelano i dati della ricerca Eikon. E’ il caso del Digital Health Program che sostenendo lo sviluppo di progettualità nell’ambito della ricerca medica e della gestione della salute “intercetta” proprio quella fiducia e quelle attese che gli italiani hanno mostrato di riporre nell’innovazione digitale.“8 anni di finanziamento alla ricerca libera e alle associazioni pazienti costituiscono una realtà davvero significativa nel nostro paese. Ricercatori e associazioni fanno affidamento su questi fondi, anche in considerazione della cronica scarsità dei bandi di ricerca in Italia tanto più dal settore privato. Ogni anno per ogni grant vinto al Fellowship Program c’è una persona che può fare ricerca o un team che ha i fondi per sviluppare un’ipotesi scientifica, una grande ricchezza per chi vive le ristrettezze della ricerca pubblica. L’ attenzione poi prestata non solo al tema dell’innovatività ma anche a quello dell’etica rende i tre bandi davvero un unicum nel panorama delle iniziative realizzate dall’industria farmaceutica in Italia e un’eccellenza a livello internazionale – conclude Cinzia Caporale, Esperto di bioetica e Presidente della Commissione del Fellowship Program e del Community Award.”

                                                                                                                                                             Stefania Bortolotti

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